PALAZZO LOMELLINI

ARTECONTEMPORANEA



Dal 5 novembre al 5 dicembre 2021

 dal Giovedì al Sabato 15:30 - 18:30

 Domenica 10:30 - 12:30 / 15:30 - 18:30




Ingresso libero




COMPAGNI DI VIAGGIO 2

Se un’Associazione riprende i propri spazi e la propria vivacità



Torniamo a riappropriarci del tempo. E dei luoghi.

Già lo dicevamo la primavera scorsa, soltanto pochi mesi fa, introducendo un’altra mostra, “… di là dal fiume e tra gli alberi…”, intorno al paesaggio, nelle stesse sale di Palazzo Lomellini: “È ormai la vita di ogni giorno che finalmente torna ad appartenerci, in un tempo traballante, di incertezze, di progetti negati o accantonati, per quanto più da vicino ci riguarda di mostre varate e forzatamente allontanate dall’attenzione dello spettatore, che le insegue, che le reclama, che per troppi mesi se le è viste sottrarre”.

Il pubblico ancora una volte sente la necessità di vedere uno spettacolo, di frequentare una sala di teatro o di concerto, un cinema senza che il nastro bianco e rosso lo separi da chi sta accanto, di entrare in un museo o in una galleria d’arte e senza troppe timori soffermarsi davanti ad un’opera, per rintracciare, al di là delle proprie, le emozioni del proprio vicino, i commenti, le delusioni o gli applausi da lungo tempo negati. Riappropriarci di uno spazio, delle sale del Lomellini, in questo caso per chi scrive, vuol significare ritrovare l’input del divertimento e della passione, organizzare innanzitutto, una preparazione più o meno lunga, sempre impegnativa, vuol dire riunire amici pittori e scultori, scovare personaggi nuovi, proporre e scegliere, formare progetti, vuol dire dare corpo ad un gruppo, ad un catalogo, ad un materiale pubblicitario, ad un pubblico da interessare attorno a questo o quel nome, a questa o quell’opera. Soprattutto si è trattato di dare voce, tangibilmente, all’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”, nata sette anni fa e obbligata in questi ultimi due a dimenticare di essere un gruppo di artisti, vivace e aperto, classico e sperimentatore, che “si impegnerà nell’organizzare dell’attività espositiva e degli eventi culturali, nella ricerca di gruppi artistici e di gallerie private, del territorio e oltre, di riconosciuta eccellenza per fattive collaborazioni”, come recita lo Statuto. Certo, ci siamo mossi, anche per mostre importanti – intorno al Seicento, sulla figura della donna e sul paesaggio attraverso gli autori degli ultimi quattro secoli – abbiamo colloquiato (ma ancora timidamente) con alcune gallerie o con piccoli musei, ma dovremmo e dovremo fare di più. Anche perché è il Lomellini a meritarlo, con le sue sale affacciate sulla piazza che è il centro antico e vitale della città, ricercate e pronte alle iniziative. Allora, alla lenta uscita dal tunnel della pandemia, ci siamo inventati Compagni di viaggio 2, come avevamo inventato il primo Compagni di viaggio nell’aprile del 2017. Un modo vitale di riconoscerci, di abbassare le mascherine, di riconfrontare le più antiche o recentissime opere prodotte.

Una quarantina di artisti pronti all’appello.

Visi abituali o per qualche tempo dimenticati, altri sconosciuti e altrettanto benvenuti.

Il classicismo rivisitato delle ragazze di Sergio Ùnia, gli stati d’animo percorsi da Rita Scotellaro, che sanno di sofferenza ma anche di energia pronta a rimettersi in gioco, gli abbracci ritrovati che possono anche coinvolgere gli alberi di Antonio Presti, ormai ricercati dalle gallerie d’Oltralpe e oltre, gli acciai e i legni di Mario Mondino, che danno vita ad armonie e a forme che già avevano riscosso in diversa occasione il successo dai frequentatori della nostra sede, le macchie di Guido Mannini, che ha (momentaneamente?) tralasciato i suggestivi panorami africani, attraversati dai suoi uomini blu, per affrontare prove nuove; i ceselli che danno anima e vita agli animali di Xavier de Maistre e ai suoi alberi frondosi o autunnali, che paiono dolcemente usciti da un mondo di fiabe, i quadri di Flaviana Chiarotto, che affondano le proprie radici nella terra e nelle atmosfere che stiamo dolorosamente vivendo, la consapevolezza di un presente e di un futuro sempre più guasti, anch’essi esempi di una nuova strada intrapresa felicemente dall’artista, il colore acceso e vibrante che domina, nei rossi, nei blu, nei gialli, nelle tele di Bruno Molinaro, ossequiose all’Impressionismo dei grandi Maestri.

Non citeremo tutti, ma per questioni di spazio scegliamo tra le eccellenze generali. Quindi almeno ancora l’immagine di qualche nascosto paese di Langa, caro a Pavese, certe luci e certe ombre sulla parete della vecchia casa tratteggiate da Daniela Bertolino, le spirali dorate di Angela Betta Casale, i tanti materiali con cui esprime emozioni tra moduli classici e appagate libertà nel regalare profili perfetti, piumaggi, tessuti; e poi i labirinti circolari inventati da Isidoro Cottino, l’uso dei legni fossili nelle sagome che ondeggiano tra realtà e irrealtà nelle opere di Giancarlo Laurenti, la leggerezza e le ariose suggestioni nei grappoli di piccole case o di oggetti che un mago saprebbe costruire nelle tele fantasiose di Carlo Dezzani, i luoghi vuoti, la ricerca trepidante di chi li possa abitare, la percezione del mistero negli acquerelli di Eleonora Tranfo, la felicità affidata ai colori dei fiori che trovano spazio nelle tele di Adelma Mapelli e Mariarosa Gaude, le bambine di Giacomo Gullo, che nell’eleganza d’altro tempo delle loro camere paiono uscite – all’ombra degli interventi di fascinosi quanto dispettosi fenicotteri rosa, per noi inaspettati – dalle pagine di Lewis Carroll.

Dicevamo sopra di “fattive collaborazioni”. Immediatamente, quindi, abbiamo risposto in maniera positiva alla richiesta di Gianfranco Gavinelli di partecipare con il proprio gruppo, “Il Labirinto Artistico” alla mostra.

Quindici artisti, un gruppo di validi pittori e di scultori che con materiali diversi dicono parole nuove ed efficaci, ospitato per l’occasione in queste sale a formare, per l’occasione, un unico sguardo sul mondo artistico che ci sta accompagnando.

Lascio ad un’altra voce la loro presentazione, nella certezza che il pubblico che vorrà visitare l’esposizione ne sarà pienamente coinvolto.

Info e prenotazioni:
Comune di Carmagnola - Ufficio Cultura
Tel. 0119724238
musei@comune.carmagnola.to.it